Ecuador, 200mila ettari di Amazzonia sono salvi
Il popolo Waorani di Pastaza ha vinto con una sentenza storica della corte ecuadoriana per proteggere 200 mila ettari del loro territorio nella foresta pluviale amazzonica che sarebbero stati destinati alle trivellazioni petrolifere.
i giudici della Corte provinciale di Pastaza infatti hanno annullato il precedente processo intrapreso dal governo ecuadoriano nel 2012, che prevedeva la vendita all’asta delle terre dei Waorani alle compagnie petrolifere.
Questa nuova decisione legale blocca anche la vendita all’asta, già organizzata, di 16 zone ricche di petrolio che coprono oltre 7 milioni di acri di territorio indigeno fornendo un inestimabile precedente legale per altre popolazioni indigene in tutta l’Amazzonia ecuadoriana.
Nemonte Nenquimo, presidente dell’organizzazione Waorani Pastaza (CONCONAWEP) uno degli attivisti che ha fatto causa al governo racconta:
“Il governo cerca di vendere le nostre terre alle compagnie petrolifere senza il nostro permesso. La nostra foresta pluviale è la nostra vita. Non venderemo mai la nostra foresta pluviale alle compagnie petrolifere “
“Oggi i tribunali hanno riconosciuto che il popolo Waorani e tutti i popoli indigeni hanno diritti sui loro territori che devono essere rispettati. Gli interessi del governo nel petrolio non hanno più valore dei nostri diritti, delle nostre foreste, delle nostre vite ”
La decisione della corte rappresenta un’importante battuta d’arresto per i piani del governo ecuadoriano di sviluppare risorse petrolifere attraverso lo sfruttamento dell’Amazzonia centro-meridionale
Il gruppo di giudici ha stabilito che il governo ecuadoriano deve ripetere tutte le procedure con cui ha raccolto il consenso per la messa all’asta dei terreni indigeni perché non era stato raccolto in modo libero e corretto anzi si sono riscontrare spesso informazioni mancanti, malafede e netta volontà di sorpassare i diritti delle popolazioni locali anche in modo ritenuto non legale e manipolativo
indigeni vincono contro petrolieri
“Oggi abbiamo protetto la nostra foresta dalle trivellazioni petrolifere; abbiamo protetto la nostra acqua dalla contaminazione; abbiamo protetto i nostri bambini dalle malattie. Questo è un precedente legale per i diritti degli indigeni “
ha raccontato Oswando Nenquimo, portavoce dei Waorani di Pastaza, che ha aggiunto: “Ma la lotta è tutt’altro che finita. Il governo farà appello perché vuole ancora il petrolio sotto la nostra terra. Le popolazioni indigene di tutta l’Amazzonia e il mondo devono unirsi per proteggere le nostre case “.
La causa del popolo Waorani è stata messa molto in risalto nello stato dell’Ecuador e ha evidenziato il netto divario tra la sete di petrolio e quindi di guadagno del governo ecuadoriano anche a costo di distruggere zone vergini e i diritti riconosciuti a livello internazionale ai popoli indigeni che sono il consenso preventivo e informato, autodeterminazione, collettività territorio e i diritti della natura in cui vivono. Secondo il tribunale qualsiasi lottizzazione o speculazione, da adesso in poi, deve prevedere delle consultazioni con gli indigeni.
Dopo decenni di contaminazione devastazione della foresta e caccia al guadagno in tutta l’Amazzonia ad opera delle multinazionali petrolifere, la vittoria in tribunale dei Waorani rappresenta una vittoria storica per le popolazioni indigene che combattono per proteggere gli ultimi bastioni di una foresta selvaggia.
Si tratta di una sentenza importante perché si configura come un precedente fondamentale per i diritti degli indigeni in tutta l’Amazzonia. Questa sentenza garantisce il diritto dei popoli indigeni a decidere sul loro futuro e dire “No” ai progetti estrattivi distruttivi ed è fondamentale per proteggere la foresta pluviale amazzonica e arrestare i cambiamenti climatici.
Anche se probabilmente lo stato dell’ Ecuador si appellerà e farà ricorso contro la sentenza emesse del tribunale provinciale, per il momento le terre sono salve, e i Waorani, attraverso manifestazioni, raccolte firme e campagne social stanno diffondendo sempre di più il messaggio e trovando sempre più consensi, hanno raccolto più di 100 mila firme per proteggere la foresta e 50 organizzazioni ambientaliste si sono mosse in loro supporto.
La battaglia probabilmente continuerà, perchè il petrolio smuove troppi interessi economici e guadagni, ma per il momento le popolazioni indigene stanno vincendo e sono pronte a continuare a lottare!
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