“Villaggio Alzheimer”, il piccolo paese che dà libertà ai malati
che non sono costretti a rimanere in assistenza a casa di un parente e in una RSA, ma che in queste strutture possono mantenere la loro autonomia, soggiornando in un piccolo villaggio ricreato apposta per loro e per altri malati
bar, cinema, orto, parrucchiere, casette, chiesa, giardinetti, panchine, qualche negozietto, la sensazione di non essere rinchiusi, ma si ritrovarsi in un piccolo paese, in cui si possono muovere in tutta sicurezza e comodità sempre supportati dal personale medico ed infermieristico,
Roberto Mauri, Direttore La Meridiana due, la cooperativa sociale che si occupa del Paese Ritrovato spiega:
Un luogo reale che vuole rallentare il decadimento cognitivo e ridurre al minimo le disabilità nella vita quotidiana, offrendo alla persona residente l’opportunità di continuare a vivere una vita ricca ed adeguata alle sue capacità, ai suoi desideri e ai suoi bisogni.
Un piccolo villaggio autosufficiente nel quale le persone, in tutta sicurezza, vivono in appartamenti protetti ma possono muoversi anche in modo autonomo nelle strade e nella piazza, al caffè, nei negozi ed al cinema, così da condurre una vita quasi normale, sentirsi a casa e ricevere nello stesso tempo le necessarie attenzioni.
Il villaggio è costruito su misura dei suoi abitanti; tutti i lavoratori del villaggio: il barista, il giornalaio, la parrucchiera sono operatori socio-sanitari o professionisti formati per entrare in relazione con le esigenze dei pazienti,
Le porte dei condomini sono sempre aperte e al posto degli appartamenti ci sono delle stanze singole su cui c’è indicato all’esterno in nome del proprietario,
Le persone che soffrono di demenza qui tornano ad essere singole persone e non semplicemente malati, sono più autonomi e più liberi di fare ciò che preferiscono e di andare dove desiderano durante il proprio tempo, questo li mantiene autonomi e può rallentare il declino cognitivo.