La polizia italiana ha sequestrato un dipinto di Rubens da 4,2 milioni di dollari da una mostra a Genova nell’ambito di un’indagine per frode.
Secondo i Carabinieri, i proprietari hanno esportato illegalmente le opere dieci anni fa e hanno organizzato false vendite all’estero per aumentarne il valore.
Peter Paul Rubens, Cristo risorto che appare alla madre (1612-16 circa), per gentile concessione di Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
La settimana scorsa, la polizia italiana ha rimosso un dipinto di Pieter Paul Rubens da una mostra a Genova, citando un’indagine su due proprietari dell’opera accusati di riciclaggio di denaro ed esportazione illegale.
Secondo Art Newspaper, le tele del XVII secolo sono state restituite per una mostra intitolata «Rubens a Genova». Tuttavia, la ricerca dei proprietari continua, con le forze dell’ordine che indagano su come essi abbiano presumibilmente contrabbandato il dipinto fuori dal Paese in un elaborato schema per gonfiare il suo valore di mercato una decina di anni fa.
Al centro della teca si trova il Cristo risorto che appare a sua madre (1612-16 circa), un dipinto alto 2 metri attribuito a Rubens e alla sua bottega, che raffigura la Vergine Maria inginocchiata davanti a Cristo con un mantello blu cobalto. Attualmente è esposta nel Palazzo Ducale di Genova insieme ad altre 18 opere di Rubens ed è assicurata per 4 milioni di euro (4,2 milioni di dollari).
Secondo il Servizio Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Genova, l’attuale proprietario dell’opera l’ha acquistata dalla nobile famiglia Cambiaso nel 2012 per 300 000 euro.
Tuttavia, solo due anni dopo, nel 2014, l’acquirente, insieme al suo commercialista e al figlio, ha esportato l’opera a Praga, sostenendo che era stata creata da un artista fiammingo sconosciuto e che valeva solo 25.000 euro.
Si ritiene che abbiano ottenuto il certificato di esportazione da un complice che lavora nell’ufficio esportazioni del boss a Pisa. Il Corriere della Sera ha riportato che lo stesso ufficio è stato temporaneamente chiuso nel 2019 a causa di «irregolarità» nel rilascio di altri certificati.
I quattro sospettati hanno poi creato una società offshore che organizzava vendite contraffatte per aumentare il valore dei dipinti di Rubens.
Nel 2015, i restauratori hanno rimosso in modo controverso uno strato superficiale del dipinto per rivelare una seconda donna tra Cristo e la Vergine Maria. La cifra in questione sarà oggetto di ulteriori indagini», hanno spiegato i Carabinieri.
Si tratta di una previsione sicura e non solo del risultato delle indagini legali del Consiglio. Negli ultimi anni ci si è chiesti anche se Rubens fosse l’autore de Il Cristo risorto appare a sua madre.
Non esistono fonti o documenti genovesi che dimostrino che il dipinto esposto a Genova si riferisse a Rubens», ha dichiarato a La Repubblica lo storico dell’arte Vittorio Sgarbi, oggi sottosegretario ai Beni Culturali. Ha fatto riferimento alla «qualità incerta dell’opera» e ha affermato che «la storia dell’arte ha vissuto 300 anni senza questo incredibile Rubens».
Invito coloro che hanno svolto le indagini preliminari che hanno portato al sequestro del progetto a essere più attenti e rigorosi nelle loro valutazioni, per evitare errori imbarazzanti», ha proseguito il viceministro. Non possono essere ritenuti penalmente responsabili per prestazioni discutibili che sono fraudolente e si discostano dal presunto valore di mercato».
In risposta, Anna Orlando, co-curatrice della mostra di Genova, ha dichiarato che «il progetto non è stato discusso». Orlando ha sottolineato che l’altro organizzatore della mostra, Nils Buttner, è «la più grande autorità mondiale su Rubens».