Ricercatori italiani creano una cellula in grado di curare la Leucemia
punta sui linfociti modificati geneticamente per renderli un “arma anti-cancro” e si è già dimostrata essere efficace nelle prime ricerche sui pazienti.
Se i risultati verranno confermati, questa scoperta sarà fondamentale e assolutamente rivoluzionaria e potrà salvare moltissime vite,
infatti i lifociti-modificati potranno andare ad agire contro le cellule tumorali e potranno fare da “vaccini” per prevenire che la malattia ricompaia.
Cosa hanno fatto:
Linfociti che attaccano un antigene tumorale
Sono state scelte delle cellule “Memory Stem T” o Staminali della Memoria Immunologica che hanno la caratteristica di restare fino a 14 anni nel nostro organismo, queste cellule sono state modificate geneticamente in moda da rendere protettrici del nostro organismo.
Ogni Linfocita T infatti riconosce uno specifico antigene (invasore del sistema immunitario), e ci sono dei Linfociti T (rarissimi) che riconoscono le cellule tumorali,
lo scopo di questa ricerca è di riuscire a somministrare ai pazienti un gran numero di Linfociti T, creati in laboratorio in grado di riconoscere le cellule tumorali.
un “esercito” di cellule pronte ad attaccare le cellule tumorali già presenti o che dovessero svilupparsi nei pazienti negli anni successivi.
attraverso delle elaborate procedure di editing genetico i ricercatori italiani hanno usato un recettore naturalmente presente nei linfociti T, il recettore Tcr, andando a modificare questo recettore proprio del linfocita T per inserire quello specifico “Tcr anticancro”
Sono stati seguiti per anni 10 pazienti, affetti da leucemia acuta, che avevano ricevuto un trapianto di midollo osseo con Linfociti T modificati.
Anche dopo anni dal trapianto, i parametri immunologici sono risultati uguali a quelli di persone sane della stessa età, per questo si pensa che questa cura potrà anche essere efficace per eliminare la ricomparsa della malattia, proprio perchè le cellule modificate sono molto longeve.
Chiara Bonini vicedirettrice della divisione di immunologia, trapianti e malattie infettive del San Raffaele dice:
“Ci siamo riusciti! Negli ultimi 15 anni non ho visto tassi di remissione così alti in test clinici.
Abbiamo individuato quali sono i linfociti con le maggiori probabilità di riuscire in questa impresa.
Si tratta di cellule che costituiscono una specie di farmaco vivente.
Abbiamo alte probabilità di creare un medicinale che potrebbe ridurre la probabilità di recidiva del cancro.
si prevede che possa funzionare anche per altre forme di cancro rendendo lo studio ancora più prezioso
attualmente è in corso una ricerca simile anche negli stati uniti, con una diversa modalità di trattamento dei linfociti T e sembra che i risultati siano altrettanto positivi.
è sempre positivo che queste ricerche arrivino all’attenzione pubblica, soprattutto perchè, come sottolineato dalla stessa Chiara Bonini, sono estremamente costose, e richiedono finanziamenti per essere portate avanti al meglio.