L’App che aiuterà i non vedenti a fare la spesa, idea vincente di 8 studenti universitari
Un navigatore satellitare per guidare chi ha problemi di vista a fare la spesa nei supermercati, e muoversi più facilmente tra i prodotti e i reparti.
L’ app è stata ideata da otto studenti ventenni dell’Università Bicocca, della Cattolica, del Politecnico di Milano e ha vinto uno dei premi assegnati nei giorni scorsi alla manifestazione H4O (Hackathon for Ophthalmology) ed è stata inserita fra trenta progetti scelti fra più di trecento proposte, selezionati per ottenere supporto e finanziamenti da Bioupper, piattaforma che promuove idee innovative.
Grazie ad Eyeshopper persone cieche e ipovedenti potranno preparare la lista della spesa a casa e in negozio seguiranno l’assistente vocale, grazie alla geolocalizzazione, un algoritmo simile a quello di google maps, non dovranno più chiedere aiuto e potranno muoversi in maniera autonoma.
L’idea ha riscosso molto successo anche se al momento è da completare, mancano da stabilire i costi reali per realizzare l’App e per portarla sui dispositivi Ios e Android, ha già ottenuto molti feedback positivi ed è stata inserita tra i progetti che vale la pensa supportare e finanziare,
e la vincita di un primo riconoscimento mentre il team composto dagli otto universitari che hanno lavorato insieme al progetto, continuerà a lavorarci per renderlo realizzabile
Nel team ci sono studenti che provengono da facoltà di laurea diverse tra loro, come Psicologia,Comunicazione interculturale, Design ed ingegneria aerospaziale A capo della squadra, Alessia Ceriani, studentessa di Psicologia all’università Bicocca.
Con lei ci sono altri due studenti della Bicocca, Alessandro Scarnera e Timmy Honaver Vargas Alfaro, poi tre studenti dell’università cattolica, Carlotta Acconito, Giulia Berta e Elisa Donghi, e due dal Politecnico Nicolas Maillard con Sofia Romanazzo.
L’idea dell’App per agevolare la spesa è nata durante un hackathon,ovvero una maratona per l’innovazione dove studenti ed esperti si incontrano e lavorano insieme 48 ore consecutive per progettare soluzioni, in questo caso per non vedenti.
Lo spunto arriva da una testimonianza ascoltata in questi due giorni, quella di Katia Caravello, psicologa, diventata cieca a vent’anni, che ha raccontato quanto è difficile per lei comprare al supermercato, da qui l’idea dell’App.