E’ italiana la prima mano Bionica che restituisce il senso del tatto
E’ stata presentata a Roma pochi giorni fa, la prima “Mano Bionica” in grado di restituire alle persone con amputazione, il 90% della funzionalità perduta e può essere azionata tramite pensieri.
Rispetto ai modelli ora in commercio avrà una durata della batteria più lunga che le permetterà di rimanere funzionante per un intera giornata ed un costo ridotto del 30%
La mano è attivata da un motore che permette di chiudere le dita in modo armonioso, attraverso dei cavi che richiamano i tendini delle mano.
le persone possono comandare questo motore attraverso la contrazione di alcuni muscoli che stanno all’interno della parte di braccio a cui viene attaccata la mano.
la contrazione di questi muscoli viene recepita dai sensori che mandano al motore centrale il comando di apertura e chiusura.
Questa tecnologia fa sì che i pazienti possano comandare la mano semplicemente pensando ai movimenti naturali
La mano bionica, a cui è stato dato il nome di “Hannes“, è stata progettata perchè peso, forma e qualità dei movimenti siano più simili possibili a quelli di un arto reale e dal prossimo anno sarà disponibile sul mercato.
Hannes è stata sviluppata dal Rehab Technologies Lab, il laboratorio tutto italiano nato dalla collaborazione tra l’Inail e l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova.
2) IL SENSO DEL TATTO
credits ansa
Intanto un altro gruppo di ricercatori italiani capeggiati da Paolo Maria Rossini responsabile di neurologia al Policlinico Gemelli di Roma
sta già lavorando da diverso tempo sul ridare alle persone amputate le sensazioni tattili e si è già arrivati ad incredibili passi avanti e alla sperimentazione sui primi pazienti.
La prima donna italiana a testare la “Mano Bionica Sensibile” è stata Almerina Mascarello e la sua storia incredibile ha fatto il giro del mondo finendo direttamente sulla BBC,
perchè Almerina è stata la prima donna, la prima italiana e la prima in assoluto ad indossare un l’impianto di “mano bionica” capace di restituire il senso del tatto per 6 mesi, nel periodo di collaudo anche al di fuori del laboratorio.
“E’ andata al ristorante, ha raccolto dei fiori, ha fatto cose normali in situazioni normali” dice Paolo Maria Rossini responsabile di neurologia al Policlinico Gemelli di Roma che segue Almerina da diversi anni.
Almerina Mascarello ha perso il braccio in un incidente 25 anni fa e adesso, con la sua nuova mano bionica è felice di poter tornare a fare delle cose “normali”
“E’ quasi come se la mia mano fosse tornata di nuovo” racconta in un intervista alla BBC
nel 2014 era stata prodotta la prima versione della mano bionica, ma la tecnologia che le permetteva di funzionare era troppo ingombrante per essere portata all’aperto, adesso invece, ad un paio d’anni di distanza, la tecnologia si è evoluta ed è diventata così piccola da riuscire a stare in uno zaino,
quindi da permettere ai pazienti di portala sulle spalle ed essere liberi di muoversi con la propria “Mano Bionica Sensibile”
COME FUNZIONA LA MANO SENSIBILE?
La mano ha dei sensori che rilevano informazioni sulla consistenza di un oggetto. Questi messaggi sono inviati a un computer in uno zaino che converte i segnali in un linguaggio che il cervello è in grado di comprendere.
L’informazione viene trasmessa al cervello tramite piccoli elettrodi impiantati nei nervi della parte superiore del braccio.
Nei test, Almerina, che non poteva vedere gli oggetti, è stata in grado di dire se l’oggetto che stava toccando era duro o morbido.
Almerina, continua a raccontare alla BBC:
La sensazione è naturale, come se fosse una mano vera, sei in grado di fare cose normali ma che prima erano difficili come vestirsi o mettersi le scarpe, sono cose piccole, banali, ma molto importanti. Ti fanno sentire completo”
Almerina è stata in grado di indossare la mano bionica per sei mesi, ma ora il prototipo è stato rimosso perchè la ricerca deve andare avanti.
Rossini spiega ad Adnkronos: Tutto è stato miniaturizzato e studiato in modo tale che il prossimo paziente a completare la parte sperimentale in teoria potrebbe indossare gli elettrodi a vita.
Speriamo che presto possa essere messa in commercio anche questo versione 2.0 della mano biologica, in grado di restituire ai pazienti delle piccole gioie quotidiane, come quella di poter semplicemente sentire la consistenza di un oggetto.